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"WWW.CHIESA" UN CASO DI STUDIO di Sandro Magister

Nel campo dell'informazione sul fatto religioso il sito "www.chiesa" è ormai considerato da molti un caso di studio.

È nato sulla piattaforma web del gruppo L'Espresso alla fine degli anni Novanta quando l'informazione religiosa on line era appena agli inizi, con poche presenze specifiche in rete.

È nato per iniziativa autonoma del suo autore, vaticanista dell'Espresso dal 1974, al di fuori di qualsiasi programmazione editoriale del gruppo.

Si è prestissimo imposto all'attenzione italiana e internazionale con uno zoccolo di 10mila abbonati gratuiti alla sua Newsletter, saliti a 20mila dopo che dal 2001 ha cominciato ad essere integralmente offerto anche in lingua inglese.

E ha continuato a crescere nei numeri e negli apprezzamenti dei lettori, nonostante nel frattempo si siano moltiplicate a dismisura le testate on line concorrenti.

Dal 2006 "www.chiesa" è offerto integralmente anche in francese e in spagnolo ed è oggi seguito assiduamente da circa 250mila "unique visitors" che per due terzi non sono italiani. Con in testa tra i lettori stranieri gli Stati Uniti, col 20 per cento del totale, seguiti nell'ordine da Francia, Spagna, Regno Unito, Canada, Argentina, Australia, Germania, Messico, Brasile, Svizzera, Belgio, Perù, Colombia, Portogallo, Irlanda, Cile.

Ma anche la piccola Città del Vaticano, nonostante i suoi pochi residenti, registra un numero proporzionalmente molto alto di lettori assidui. Lì la lettura di "www.chiesa" è considerata un obbligo. Così come lo è nelle ambasciate presso la Santa Sede, per ammissione di vari loro titolari. Per non dire del Dipartimento di Stato americano, un cui alto esponente, in visita a Roma alcuni anni fa, volle incontrare di persona il curatore del sito, i cui servizi erano già allora inseriti regolarmente nella rassegna stampa fornita al segretario di Stato.

Di recente l'informazione religiosa on line si è arricchita di grandi portali creati "ad hoc" da importanti testate giornalistiche non cattoliche ma laiche. In Italia La Stampa ha dato vita a "Vatican Insider" e negli Stati Uniti il Boston Globe ha lanciato "Crux". In entrambi i casi mettendo all'opera un pool di redattori coordinati da un vaticanista sperimentato: Andrea Tornielli per "Vatican Insider" e John Allen per "Crux". Con in più una rete di collaboratori esterni qualificati.

"Vatican Insider", più ancora di "Crux", ha l'ambizione di coprire l'attualità della Chiesa e principalmente del Vaticano con un flusso continuo di notizie, corredate da approfondimenti e interviste e fornite in parte in più lingue, compresi l'arabo e il cinese.

In questo, "Vatican Insider" deve comunque contendere il suo spazio ad agenzie d'informazione on line che in questi ultimi anni hanno notevolmente potenziato la loro attività, andando al di là della pura fornitura di notizie. Esemplare, da questo punto di vista, la rete delle agenzie che fanno capo al gruppo multimediale americano EWTN: in inglese "CNA" (Catholic News Agency), in spagnolo "ACI Prensa", in portoghese "ACI Digital", in italiano "ACI Stampa", l'ultima nata, dove l'acronimo "ACI" sta per agenzia cattolica d'informazione.

Altri siti si caratterizzano per la specializzazione geografica. Ad esempio, sulla vita della Chiesa cattolica in Asia, con una particolare attenzione alla Cina e con numerosi lettori in quel paese, eccellono "Asia News" e "UCA News".

E ancora. Vi sono dei siti che si distinguono per l'accentuato orientamento militante dei loro interventi, finalizzati alla causa perseguita da ciascuno, all'interno delle dinamiche della Chiesa, in senso progressista o conservatore. Fermo restando che a nessuna delle testate fin qui citate manca un orientamento particolare, più o meno evidente. Ad esempio, non può sfuggire l'impronta scopertamente "ultrabergogliana" – più papista del papa, si potrebbe dire – di "Vatican Insider".

Ebbene, "www.chiesa" esula dalle tipologie ora accennate e copre invece una modalità d'informazione che non ha sostanzialmente alcun concorrente similare. L'originalità è la sua forza. Il suo successo implica l'apprezzamento dei servizi che fornisce, e che uno trova solo lì.

"Notizie, analisi, documenti", c'è scritto in piccolo sopra la sua testata. Ogni servizio muove sempre da una notizia, che in qualche caso può essere anche un'anticipazione. Oppure muove da un documento, a volte inedito, che diventa a sua volta notizia.

La chiave di volta è comunque sempre l'analisi. Della notizia, che pure spesso è già nota, come del documento, si forniscono col massimo della precisione il contesto, i precedenti, le reazioni, le future conseguenze possibili. In forma ordinata. E sempre con un puntuale rimando alle fonti originali. Per un pubblico, quindi, non fatto di grandissimi numeri, ma molto esigente e pronto a una "fatica" di lettura impegnativa e appassionante insieme.

Nemmeno in "www.chiesa", come del resto in nessun altro mezzo giornalistico, le opinioni dell'autore possono essere separate dai fatti. Non sono però l'elemento preponderante, come invece lo sono in un editoriale scritto per "dare la linea". Il lettore coglie tali opinioni, ma è messo in condizione di farsene una propria, magari anche molto diversa, proprio perché trova ogni volta a portata di mano – con un semplice clic – tutti i mattoni della costruzione, fattuali e documentali.

Sta anche qui la ragione dell'apparente contraddittorietà tra le opinioni dell'autore di "www.chiesa" – su talune questioni non marginali riguardanti il cristianesimo e la Chiesa  nel loro rapporto con la cultura d'oggi – e le opinioni dell'Espresso e della Repubblica, cioè dell'editore, che sono d'impronta notoriamente e marcatamente "laicista".

L'editore, infatti, riconosce la massima autonomia al curatore di "www.chiesa" – che lavora da sempre senza alcun controllo né filtro – proprio per la qualità oggettiva dei servizi che mette in rete e per il generale apprezzamento che essi riscuotono, non solo da un vasto pubblico internazionale, ma anche da osservatori qualificati delle tendenze più diverse.

I costi dell'impresa – peraltro abbastanza contenuti, nettamente inferiori a quelli ad esempio di "Vatican Insider" – hanno inoltre come corrispettivo una maggiore affermazione del marchio Espresso-Repubblica su scala internazionale, dati i frequenti rilanci che i servizi di "www.chiesa" hanno da parte di testate estere.

Un'ulteriore conferma di questa presenza internazionale è data dal blog di nome "Settimo Cielo", che lo stesso curatore di "www.chiesa" pubblica a corredo del sito maggiore, sempre sulla piattaforma web dell'Espresso.

"Settimo Cielo" è fatto di brevi note d'attualità – sempre comunque con i rimandi alle fonti – ed è solo in lingua italiana.

Ma tra i suoi circa 100mila "unique visitors" vi sono anche parecchi non italiani. Che diventano molti di più ogni volta – e capita spesso – che un suo post viene tradotto e rilanciato in un'altra lingua, evidentemente per l'interesse che riscuote anche al di fuori dei confini nazionali.

La blogosfera, si sa, non ha confini. Ma non è popolata da voci indistinte. Anzi, più la distinzione è di qualità e più essa riesce ad affermarsi su scala mondiale. Quello qui descritto ne è un piccolo esempio.

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