di Cécile Allegra
prodotto da CINETEVE
Foto : Thomas Brémond
Montaggio : Fabrice Salinié
Con la collaborazione di Céline Bardet e d’Erige Sehiri
Ecco la storia di un film che non avrebbe dovuto esistere. Dalla caduta di Gheddafi, il dittatore del deserto, la Libia è una polveriera. Finito il vecchio regime ecco due stati che si fanno la guerra. Centinaia di milizie armate rapiscono, ricattano, torturano e violentano. In questa terra senza legge coloro che osano parlare di stupro scompaiono o vengono condannati all’esilio.
L’indagine si dipana fra le quinte della resistenza con due attivisti che diventano eroi in esilio: Emad e Ramadan impegnati nel cercare di raccogliere le prove di un crimine che non è ancora emerso del tutto. Passo dopo passo, il loro lavoro rivela il crescente numero di casi di stupro che investe gli uomini, l’orrore delle prigioni segrete dove viene praticata la discesa agli inferi della vendetta con le vittime di ieri che si trasformano nei boia domani.
Ma il repertorio di queste testimonianze non rappresenta un possibile dossier legalmente ammissibile. Un avvocato specializzato nei crimini di guerra e in materia di giustizia penale internazionale, Celine Bardet, che da anni batte il terreno di questo conflitto, corre in aiuto degli attivisti e contribuirà a dimostrare l’esistenza di un teorema che vuole applicare lo stupro come strategia per annientare gli individui, per sempre.
Come si fa a dimostrare un crimine di guerra quando non si hanno elementi e i testimoni totalmente annichiliti si nascondono?
Salvando nella registrazione cinematografica le parole delle vittime inizia il tentativo di proseguire nella resistenza e cosi’ il film racconta la lenta emersione di un terreno d’ inchiesta internazionale e mette a fuoco la moltiplicazione di un crimine che la storia sta tentando ancora di seppellire.